La
notizia è di quelle grosse, che fanno certamente scalpore. Lo Stato
cinese ha deciso di togliere il lavoro a 1,8 milioni di lavoratori
del settore siderurgico per eccesso di produzione e per mantenere
stabile il livello di disoccupazione (che dovrebbe attestarsi al
4,9-5%). Questa economia globale così folle e irrazionale,
incomprensibile ai più, non è nemmeno lontanamente paragonabile ad
una perfetta formula matematica ma sembra una riedizione complessa
della “guerra fredda” attorno alla fine degli anni '40 dove ogni
mossa trovava una sua ragion d'essere nella conseguenza dell'azione
dell'altro. Se il prezzo del petrolio è alto l'economia va male e le
fabbriche chiudono ma se, viceversa, è basso non c'è alcuna ripresa
e accadono più o meno le stesse cose. Il lavoro deve essere
instabile, precario è privo di qualsivoglia garanzia ma così
facendo il sistema economico si blocca perché senza pegni, impegni e
cauzioni, non c'è più alcuna transazione commerciale. Le tasse
(strumento attraverso il quale uno Stato viene finanziato dai suoi
cittadini) vengono raccolte per pagare un debito (che, a conti fatti,
risulta meno oneroso di un'obbligazione di guerra) e non per
stimolare la crescita del mercato. Le ricchezze sono ingiustamente
divise favorendo pochi soggetti a scapito di tutti gli altri. E' la
follia di un sistema decadente che procede dritto dritto verso il
suicido, l'autodistruzione, e non si creda che tutto ciò accade solo
nella Macroeconomia. La globalizzazione fa sì che ogni singola
cellula del mercato sia una fedele copia dell'organismo più grande
che gli succede. Tutto è collegato e (potenzialmente) ogni metastasi
aggressiva può infettare e distruggere le cellule sane. Non importa
dove ti trovi e chi tu sia. Se la malattia non viene curata (e non
c'è al momento una coscienza del nostro essere infermi) essa si
radica sempre più profondamente fino ad uccidere il corpo che lo
ospita. Paradossalmente, anche questo cancro lotta per esistere ed
espandersi sempre più solo che meglio riesce nel suo tentativo e
meno tempo gli resta da vivere. Questa sì che è una certezza
matematica.
Pier Giorgio Tomatis
Bello...
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