martedì 24 marzo 2015

Antipolitically correct





Abbiamo sentito tanto usare il vocabolo “antipolitica” ma sappiamo realmente quale sia il suo significato? Chiariamo anzitutto che il vero significato non esiste. Su ogni dizionario della lingua italiana non compare questa voce se non per l'interpretazione nella consuetudine del suo uso che viene fatta dai mezzi di informazione. Proviamo però a fare un ragionamento etimologico. Anti è un prefisso che all'interno di parole composte esprime contrasto, opposizione a teorie (dottrine, norme, posizioni politiche, culture, stati, ecc.), lotta (prevenzione, cura, impedimento). Politica significa (anche) attività di chi partecipa attivamente alla vita pubblica. Da queste due definizioni si evince che l'antipolitica è quella attività di contrasto alla partecipazione attiva alla vita pubblica. Qualunque comportamento venga messo in atto per ostacolare, impedire, inibire, non permettere, proibire, interdire, bloccare, vietare l'impegno e l'intervento di ogni cittadino (iscritto e non) a fornire il proprio contributo alla democrazia ed al bene comune è da considerarsi (oltre che sciocco e pericoloso) anche inconciliabile con quei valori che si afferma di voler difendere. Dunque, fare opposizione non significa andare contro le più banali regole democratiche, anzi, ne è il più naturale fondamento. Opporsi sistematicamente a qualunque proposta in discussione o influenzare il voto di propri associati con la minaccia dell'espulsione appartengono sicuramente ad ipotesi di antipolitica. L'astensione dal voto, l'apologia della stessa e la sua lode sono altri esempi.

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