Abbiamo
sentito tanto usare il vocabolo “antipolitica” ma sappiamo
realmente quale sia il suo significato? Chiariamo anzitutto che il
vero significato non esiste. Su ogni dizionario della lingua italiana
non compare questa voce se non per l'interpretazione nella
consuetudine del suo uso che viene fatta dai mezzi di informazione.
Proviamo però a fare un ragionamento etimologico. Anti è un
prefisso che all'interno di parole composte esprime contrasto,
opposizione a teorie
(dottrine, norme, posizioni politiche, culture, stati,
ecc.), lotta
(prevenzione, cura, impedimento).
Politica significa (anche) attività di chi partecipa
attivamente alla vita pubblica.
Da queste due definizioni si evince che l'antipolitica è quella
attività di contrasto alla partecipazione attiva alla vita pubblica.
Qualunque comportamento venga messo in atto per ostacolare, impedire,
inibire, non permettere, proibire, interdire, bloccare, vietare
l'impegno e l'intervento di ogni cittadino (iscritto e non) a fornire
il proprio contributo alla democrazia ed al bene comune è da
considerarsi (oltre che sciocco e pericoloso) anche inconciliabile
con quei valori che si afferma di voler difendere. Dunque, fare
opposizione non significa andare contro le più banali regole
democratiche, anzi, ne è il più naturale fondamento. Opporsi
sistematicamente a qualunque proposta in discussione o influenzare il
voto di propri associati con la minaccia dell'espulsione appartengono
sicuramente ad ipotesi di antipolitica. L'astensione dal voto,
l'apologia della stessa e la sua lode sono altri esempi.
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